PSICOLOGI SI NASCE E SI DIVENTA: il difficile percorso da affrontare

 PSICOLOGI SI NASCE E SI DIVENTA: 

il difficile percorso da affrontare 

Spesso quando ci chiedono "cosa fai nella via?" rispondiamo identificandoci nella professione svolta ( sono medico, sono ingegnere, sono professore ecc..). Come mai non rispondiamo in modo diverso, ovvero, "faccio il medico", "faccio l'ingegnere", "faccio il professore"? La differenza infatti è molto sottile e la risposta potrebbe essere più una questione di etichette, di identificarsi con quella specifica professione. 


PERCHE' CI IDENTIFICHIAMO?

L'identificazione è un processo psicologico che consiste nel riporre aspetti di sé all'interno di una data categoria (parlando di identificazioni sociali). In tal caso, nel momento in cui affermiamo di essere psicologi o qualsiasi altra figura professionale, vorrebbe dire che abbiamo riconosciuto degli aspetti di noi stessi in quella professione, nel nostro caso psicologo.


E' SEMPRE COSI'? 

Fare delle scelte non implica sempre effettuarle con la giusta consapevolezza, questo è ciò che accade ai ragazzi quando si trovano a cavallo nel passaggio cruciale tra scuole medie e scuole superiori oppure dalle scuole superiori alla facoltà universitaria, sono scelte critiche dove in base all'età, a quanto e come il ragazzo è inserito nel contesto, lo spingono ad attuare una determinata scelta, ma questa non sempre è consapevole. La consapevolezza è un processo che si raggiunge con il tempo e sperimentando molto se stessi nella società. Le esperienze arricchiscono sempre il proprio essere, anche se questo implica attraversare momenti di crisi e cambi di rotta della nostra vita, per questo le scelte non sono mai facili di per sé. Scegliere è un atto coraggioso, indipendentemente dalla natura della scelta, perché questo atto va contestualizzato nella propria persona, nel proprio essere e nella propria vita. 



QUAL'E' L'ITER FORMATIVO DA AFFRONTARE?

Il percorso per diventare psicologo prevede quattro step più uno facoltativo che però per le richieste lavorative sta diventando sempre più obbligatorio. 
In primis è importante conseguire la laurea triennale, dove si acquisiscono tutte le nozioni base della psicologa in generale. Ciò vorrebbe dire apprendere concetti inerenti alla psicologia sociale, del lavoro, cognitiva ed anche nozioni più scientifiche come la matematica, in psicometria, neuroscienze in psicobiologia, la biologia e la genetica in biogenetica. Con questo vogliamo dimostrare che psicologia non è "scienze delle merendine" come tutti l'hanno soprannominata ( anche per fare le merendine ci vuole cultura). 
Terminata la triennale si passa ad una ulteriore scelta: la specialistica. Esistono diversi rami: gruppi e comunità, cognitiva, testistica, lavoro, clinica e sviluppo. Per accedere al corso magistrale è necessario prepararsi al superamento di un test, in quanto negli ultimi anni i corsi di laurea magistrali sono diventati ad accesso programmato chiuso. Superato il test inizia un nuovo percorso, diverso da quello precedente, un percorso più mirato a ciò che abbiamo scelto, ciò non vuol dire che la nostra scelta è definitiva, in quanto nessuna scelta lo è mai, ma cambia in parallelo con i nostri cambiamenti interiori. Conseguita la laurea ci aspetta un percorso tutto nuovo: il tirocinio. Il tirocinio è un percorso formativo da effettuare in una delle strutture convenzionate dall'università. Esso è costituito da 1000 ore non retribuite: 500 ore in una struttura e 500 ore in un'altra struttura. La formazione si suddivide rispettivamente in 6 mesi e 6 mesi che include il diversificare le aree. L'aspetto della retribuzione indigna i neolaureati, in quanto da anni si lotta per ricevere un minimo di retribuzione. 
Terminato l'anno di formazione ci attende un ulteriore scoglio da superare: l'esame di stato. 


EDS: IN COSA CONSISTE?

L'esame di stato prevede l'abilitazione alla professione. In primo luogo bisogna iscriversi alla sessione versando una quota che varia da regione a regione, a seguire bisogna affrontare le 4 prove: il superamento di ogni prova prevede l'avvicinarsi sempre più all'ottenimento dell'abilitazione. La prima prova consiste nell'affrontare un tema di psicologia (pertanto rivedersi tutte le teorie, i metodi, gli strumenti, gli ambiti applicativi), la seconda prova consiste nell'ideare un progetto di prevenzione ed intervento sul territorio, la terza prova l'analisi di un caso clinico e la quarta prova la discussione del tirocinio formativo, chiarimenti circa le prove svolte ed il codice deontologico. Il superamento dell'esame di stato implica essere abilitati alla professione, mentre l'iscrizione all'albo richiede il versamento di una ulteriore somma. 


E POI?

Il poi è altamente soggettivo. Si presume che al termine di questo percorso bisogna iscriversi alla scuola di specializzazione per diventare psicoterapeuti, dalla durata di quattro anni. Le scuole di specializzazione sono di diverso tipo ed anche qui implica fare una scelta che sia più affine con il proprio orientamento, attitudini e stile. Il punto più cruciale del nostro percorso è intraprendere una psicoterapia perché anche noi non siamo immuni da traumi poiché facciamo parte di un sistema di cui tutti noi siamo coinvolti: il sistema famigliare. E' importante risolvere i propri conflitti, toccare i punti più dolenti e fare i conti con se stessi per stimolare la parte sana di noi e conoscere il nostro mondo interiore. Se questo non è risanato non possiamo metterlo a contatto con il mondo interno dell'altro, quello del paziente. Inoltre intraprende una psicoterapia ci permette di stare dalla parte del paziente prima ancora di diventare psicoterapeuti. La scelta della scuola della psicoterapia può avvenire in qualsiasi momento e dev'essere sentita. Nella scuola di psicoterapia si lavora molto non solo a livello teorico ma anche pratico ed è importante aver fatto prima esperienza sul campo per agevolarci nella scelta della specializzazione ma anche per una formazione personale più completa e motivata. 


QUALI SONO LE QUALITA' SVILUPPATE?

Le qualità che indubbiamente bisogna avere è interesse per l'umanità, per poter trovare il nostro posto nella società e darne il giusto contributo. Nel caso del lavoro clinico è importante affinare le abilità di ascolto e del saper parlare. Ascoltare non vuol dire solo sentire con le orecchie ma anche saper porre ascolto a ciò che c'è dietro le parole comunicate, ascoltare i propri stati interiori che si connettono con quelli del paziente, ascoltare al di la del verbale. Parlare vuol dire saper pesare le parole e riporle nel modo giusto al momento giusto. 


IN CONCLUSIONE

Non disprezzate mai la figura dello psicologo, come potete vedere c'è un lungo e faticoso percorso. Parlare con un amico non è la stessa cosa di parlare con uno psicologo, in un momento di crisi lo psicologo ci può dare il giusto sostegno. Andare dallo psicologo non deve più essere un tabù.





Dott.ssa Angela Amato, psicologa clinica 



-AreaPsy-


Bibliografia:
Assente. 
Le informazioni contenute nell'articolo sono basate sul normale iter accademico formativo per raggiungere il titolo di Psicologo. Inoltre, sono contenute considerazioni personali maturate durante l'esperienza formativa. 

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