PSICOLOGIA DI COPPIA: STILI DI ATTACCAMENTO DEI PARTNER E REGOLAZIONE ALL’INTERNO DELLA COPPIA
PSICOLOGIA DI COPPIA:
STILI DI ATTACCAMENTO DEI PARTNER E REGOLAZIONE ALL’INTERNO DELLA COPPIA
Quando si giunge in età adulta è naturale sperimentarsi in esperienze sociali di altra natura rispetto a quelle vissute in età infantile ed adolescenziale; dunque ci si sperimenta nella ricerca di un partner e nell’intraprendere una relazione di coppia. Le relazioni instaurate in età adulta o post adolescenziale non sono avulse dal resto dell’ esperienza di vita del soggetto, bensì in letteratura vi sono molti riscontri, a partire da Bowlby, che esse seguano l’impronta delle tipologie di relazioni create nell’infanzia.
Quanto influisce, dunque, il legame di attaccamento con le figure fondamentali (caregivers alias genitori) nella scelta di un partner in una relazione di coppia?
A partire dagli anni ’80, gli studi in merito a questa tematica si sono intensificati, sottolineando un’evidente trasposizione delle caratteristiche dello stile di attaccamento, creato nei primi anni di vita con i caregivers, nei riguardi del partner, ovvero la ricerca di prossimità/vicinanza, la protesta in caso di separazione, la base sicura che implica l’utilizzo della figura di attaccamento come una base da cui partire per esplorare il mondo circostante ed il rifugio sicuro in caso di avvertito pericolo. Nelle relazioni d’amore che si intraprendono nell’arco della vita, è, quindi, possibile osservare il fondamentale ruolo rivestito dai modelli operativi interni, generatisi durante l’infanzia; difatti è stata osservata una forte correlazione tra la qualità dell’attaccamento infantile e la qualità dell’attaccamento adulto.
A tal proposito, numerosi studiosi, come Bowlby o Hazan e Shaver (1987), sostengono che in una relazione di coppia stabile, ogni partner generi nei riguardi dell’altro aspettative basate sulle esperienze relazionali avute dall’infanzia all’adolescenza e di conseguenza è possibile ricondurre la responsabilità qualitativa della relazione ad entrambi i partner. Le relazioni di coppia, infatti, sono legami affettivi che normalmente forniscono conforto e sicurezza, ma quanta differenza producono le prime esperienze sociali di vita nell’approccio con il partner?
Gli stili di attaccamento infantili, come affermato da uno studio condotto da Levy e Davis (1988), si manifestano poi nell’amore romantico. In effetti, è stato riscontrato che:
- la tipologia di attaccamento sicuro è correlato positivamente all’amore passionale, disinteressato e negativamente all’amore senza impegno, per gioco;
- l’attaccamento evitante è invece correlato all’amore senza impegno;
- l’attaccamento ansioso/ambivalente è positivamente correlato all’amore dipendente e possessivo.
Quale stile di attaccamento, quindi, influisce positivamente sulle relazioni di coppia?
Lo stile di attaccamento sicuro viene fuori da esperienze con caregivers sensibili, responsivi, ricettivi e disponibili a cogliere i bisogni, in una circostanza nella quale essi siano in grado di mantenere l’omeostasi che favorisca il gioco di equilibrio tra emozioni positive ed emozioni negative per l’infante. Esso è la tipologia di attaccamento ottimale che comporta la creazione di MOI (Modelli Operativi Interni) che consentono all’individuo di intraprendere sane relazioni future. Tali “copioni sicuri” condurranno il soggetto a scegliere un partner che:
- supporti l’esplorazione dell’ambiente circostante del partner;
- ricorra a lui quando incontra ostacoli o minacce;
- sia capace di chiedere aiuto e supporto all’altro;
- si senta confortato in situazioni in cui l’altro gli è emotivamente vicino;
- si senta confortato dalla prossimità o dal contatto con l’altro;
- la difficoltà viene rimossa e l’individuo torna ad un’attività costruttiva.
In che modo si articola il mantenimento di una coppia sana e soddisfatta?
Due concetti sono fondamentali per comprenderne le dinamiche e gli obiettivi: coping diadico e adjustment diadico.
Il coping diadico è un processo di compartecipazione che permette di fronteggiare insieme un evento stressante, ed adattarsi positivamente ad esso. Quindi, all’interno della coppia, un partner comunica il proprio stress all’altro partner, il quale riceverà, accetterà e codificherà le informazioni. Successivamente, a suo modo, ne ricaverà un senso, un’elaborazione e determinerà le proprie strategie di coping per fronteggiare l’evento, palesandole al partner.
In uno studio di Falconier M. K. e colleghi (2015), è stato visto come il coping diadico sia predittore di un’ampia soddisfazione di coppia, a prescindere dall’età, dal genere e dalla nazionalità dei partner.
L’adjustment diadico, invece, fa riferimento alla tipologia di adattamento e di regolazione che hanno i partner, in relazione ai propri vissuti personali e alla qualità di coppia percepita.
In altre parole, è l’equilibrio tra stabilità e flessibilità raggiunto nel vivere gli eventuali cambiamenti che presenta la vita nel quotidiano (che siano sentimenti di soddisfazione o angosce individuali).
Nella relazione amorosa, perciò, si crea uno spazio in cui si incontrano due stili di attaccamento e due concetti di coppia. Uno spazio in cui si muove una dinamica del “dare-avere”. Tuttavia, nel mantenimento di un equilibrio generale, sono fondamentali:
- le risorse personali (empatia, potenziale, abilità di comunicazione, ecc.);
- le risorse sociali (vantaggio o svantaggio economico, ecc.);
- una gratificazione nell’interagire col proprio partner;
- una soddisfazione per il proprio stile di vita.
Dott.ssa Anna Di Gioia, psicologa clinica e terapista ABA;
Dott.ssa Mariastella Pinnella, laureata in Psicologia clinica e della salute
-AreaPsy-
Bibliografia
"Psicologia delle relazioni di coppia." Il Mulino, (cap. 1, 2, 4). Carli, L., Cavanna, D., & Zavattini, G. C. (2009);
"Il coping diadico, ovvero far fronte allo stress insieme: una rassegna della letteratura. Giornale italiano di psicologia", (Pag 473 – 504). Donato, S. (2014);
"Dyadic coping and relationship satisfaction: A meta-analysis", (Volume 42, 28 – 46). Pubmed.Falconier, M. K., Jackson, J. B., Hilpert, P., & Bodenmann, G. (2015).


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