INSIDE OUT: tra fantasia e realtà

 INSIDE OUT: 

 tra fantasia e realtà 



Una storia edita dalla Pixar che riassume con leggerezza e profondità la psicologia. “INSIDE OUT” ha incantato grandi e piccini, con importante valore educativo grazie a metafore e simbolismi che spiegano i concetti chiave della nostra psiche. Esaminiamo il suo significato.

LE ISOLE: struttura di personalità

“All'interno della mente di Riley Andersen, una ragazzina di undici anni che vive nel Minnesota, vivono cinque emozioni: Gioia, Disgusto, Paura, Rabbia,  Tristezza.

Le cinque emozioni dirigono la mente di Riley all'interno di un “quartier generale”, agendo su una console piena di comandi. 

Ogni volta che un'emozione agisce quando Riley fa qualcosa, nasce un ricordo, dall'aspetto di una piccola sfera del colore dell'emozione legata ad esso. 

La maggior parte dei ricordi viene spedita nella memoria a lungo termine alla fine di ogni giornata, mentre i ricordi più importanti, detti ricordi base, rimangono nel quartier generale, dove agiscono sulla mente della bambina definendone la personalità. 

I ricordi base di Riley sono tutti felici (di colore dorato) e alimentano le cinque isole della personalità: la Famiglia, l'Onestà, la "Stupidera" (ossia la propensione alle buffonate), l'Hockey e l'Amicizia.”



Le “isole della personalità” rappresentano i fattori ambientali principali che vanno a costruire le personalità della bambina. Tutti noi costruiamo la nostra personalità giorno dopo giorno rapportandoci con diversi contesti che determinano la qualità delle nostre esperienze. Le esperienze sono processate dal nostro cervello, suscitando delle sensazioni, chiamando le emozioni, per poi infine emettere dei comportamenti. Quando il bambino cresce oltre alle emozioni, si aggiungono i pensieri, che anch’essi determinano l’organizzazione della risposta comportamentale. Queste continue iterazioni vanno a determinare la costruzione della nostra personalità. Si considera che ogni fattore non è a se stante ma si intreccia creando delle vere e proprie dinamiche: fattore familiare (isola della famiglia), mondo valoriale (isola dell’onestà), il gioco che è importante nello sviluppo del bambino (isola della Stupidera), i propri interessi (l’isola dell’hockey) e i legami con i pari (isola dell’amicizia). 

CAMBIAMENTO

“Un giorno la famiglia di Riley è costretta a trasferirsi dal Minnesota a San Francisco a causa del lavoro del padre. Riley non può fare a meno di essere delusa nel vedere la nuova casa, piccola e spoglia. Gioia tenta di mantenere alto l'umore della ragazza, ma viene ostacolata da Tristezza, che inizia a provare l'impulso di toccare, rendendo tristi, i ricordi felici risalenti al Minnesota; ciò induce Gioia a cercare di tenere Tristezza lontana dalla console”
La storia fa comprendere l’essenza del ciclo di vita. Raley non è più una bambina ma entra nella pre-adolescenza e il papà cambia lavoro. Cosa significa tutto questo? Raley non solo inizierà a mettere in discussioni aspetti di sé per via dell’adolescenza, ma il tutto è ulteriormente marcato da un cambiamento che il sistema familiare sta subendo. Ogni membro affronta il dissesto in maniera diversa, incrinando l’equilibrio sistemico che si era raggiunto tra i legami familiari. Nel caso di Raley è evidente che subentra la nostalgia per il Minnesota percependo il trasferimento come uno sradicamento repentino dalla sua infanzia anticipando un processo evolutivo che avviene nella tarda adolescenza- giovane età adulta, portandola a mettere in discussione il sistema valoriale infantile.

IL CENTRO DELLA RAZIONALITA’: LA REGOLAZIONE EMOTIVA

“Al suo primo giorno nella nuova scuola, Riley viene invitata a presentarsi alla classe; quando l'insegnante le chiede del Minnesota, Gioia le fa ricordare i momenti in cui giocava a hockey o pattinava sul lago ghiacciato, ma Tristezza tocca il ricordo felice della ragazza e lo modifica, inducendo la ragazzina a piangere di fronte alla classe, in preda alla nostalgia per i tempi felici trascorsi nel Minnesota. Ciò porta alla nascita di un primo ricordo base triste. Gioia, nel panico, cerca di impedire che il nuovo ricordo prenda posizione insieme agli altri mentre Tristezza cerca di fermarla, ma alla fine le due finiscono entrambe catapultate fuori dal quartier generale insieme a tutti i ricordi base.”
Questo è un punto cruciale della storia: gioia e tristezza sono catapultate fuori dal quartier generale. Cosa significa? Il “quartier generale” rappresenta la corteccia prefrontale, area del cervello adibita alla razionalità: ragionamento, attenzione, presa di decisioni, risoluzione dei problemi e regolazione emotiva. Tutti questi processi se osservate attentamente il film emergono. GioIa e Tristezza, quindi, non fanno più parte del centro della razionalità, ciò vuol dire che non sono più processate nella regolazione emotiva andando a generare il conflitto principale che attanaglia Raley: essere necessariamente gioiosa oppure lasciarsi andare alla tristezza? Gioia cerca di tenere sempre tutto positivamente sotto controllo ma gli effetti sono più negativi che positivi. Chi resta al quartier generale? Paura, disgusto e rabbia. Significa che quando il centro della razionalità viene meno è il circuito della paura a dominarci. La paura è determinata dall’attivazione dell’amigdala, una ghiandola a forma di mandorla posta al centro del nostro cervello. La sua iperattivazione inibisce il corretto funzionamento del centro della razionalità. Nel film, infatti, c’è una scena in cui paura dice “proviamo ad agire come farebbe gioia” e Paura si mette al comando del pannello di controllo. 




“Senza più ricordi base nella postazione, le isole delle personalità si spengono, diventando grigie e inerti. Riley rimane vittima di Rabbia, Disgusto e Paura, che cercano senza successo di mantenere felice la bambina provando a impersonare Gioia, rendendo invece Riley irritabile e indisponente, mentre una a una le isole della personalità iniziano a crollare nel baratro della memoria.”
Si entra quindi in un circolo vizioso. Il crollo delle isole rappresenta la messa in discussione del proprio sistema valoriale ogni qual volta affrontiamo un cambiamento. Ma che cosa è la crisi? La crisi è la rottura di un sistema interno ed esterno equilibrato, prima dell’arrivo di un evento o diversi eventi che rompono il nostro adattamento. La crisi, quindi, la si può:
  • affrontare 
  • restare inermi in essa, fermando la nostra evoluzione interiore.
Il suo fronteggiamento, invece, può portare:
      • a regredire richiamando schemi immaturi;
      • progredire, ricercando risorse che permettano il superamento della stessa, in tal caso si avrà come esito la crescita interiore della persona, andando a modificare aspetti del sé e della propria personalità, più adattativi alla nuova situazione. 
I SOGNI: IL NOSTRO INCONSCIO CHE CI PARLA 

“Intanto Gioia e Tristezza sono catapultate nella memoria a lungo termine, un archivio di scaffali colmi di ricordi dall'aspetto di un labirinto infinito, cercando una strada per il ritorno. Fra gli scaffali incontrano prima due operai che rimuovono i ricordi che Riley non considera più (dall'aspetto di sfere grigie) e poi Bing Bong, l'amico immaginario di Riley quando era bambina, che le aiuta a raggiungere il treno dei pensieri, tramite il quale si può arrivare al quartier generale. Tuttavia, mentre si trovano sul treno, Riley va a dormire, e quando la ragazzina dorme il treno dei pensieri rimane fermo; per farlo ripartire, i tre decidono di provare a svegliare Riley con un incubo.”





Come abbiamo già detto in precedenza, in Raley il conflitto che si innesca è determinato da gioia e tristezza. I conflitti risiedono nel nostro inconscio che spesso ci parla, seppur non sempre in maniera chiara, attraverso i sogni. Il sogno, nel caso di Raley, ripropone l’ambiente scolastico, il primo giorno di scuola. Ad un tratto perde i denti e si accorge di essere senza pantaloni. La perdita dei denti nel simbolismo freudiano significa perdita o lutto, non inteso nel senso stretto, ma anche tutti quei legami da cui ci distacchiamo e che suscitano in noi senso di vuoto. Ad un tratto entra un cane. Questa scena nel film fa capire molto bene la dinamica del lavoro onirico: il cane è sia gioia che tristezza, il loro disaccordo porta a dividersi in due, nel sogno visto come un cane diviso in due pezzi che si rincorrono distruggendo tutto il set.  Il cane rappresenta l’infanzia di Raley: fa feste, coccole ed è sempre felice. La divisione implica la rottura dell’infanzia e il riconcorrersi delle due metà del cane rappresenta la scissione emotiva provata da Raley. 

IL CONFLITTO

“In preda allo sconforto, Gioia inizia a osservare nostalgicamente i vecchi ricordi di Riley fino a trovarne uno che lei aveva sempre ritenuto felice ma che in realtà inizia con una scena triste e diventa gioioso solo nel momento in cui la famiglia e gli amici iniziano a confortare la ragazza. Gioia comprende così qual è l'importante ruolo di Tristezza: segnalare il bisogno di Riley di ricevere aiuto dalle persone che le vogliono bene.”



In questo frangente si nota la risoluzione del conflitto e i meccanismi di difesa costruiti: negazione e rimozione. Il ricordo in questione è la vittoria della partita di Hockey. In realtà quella partita era stata persa suscitando molta tristezza e sconforto in Raley. Qui entra la rimozione, ovvero quella difesa che porta ad eliminare il ricordo di eventi dolorosi, nel caso di Raley aveva rimosso una parte di quel ricordo, ovvero di aver perso la partita ma che grazie al sostegno della famiglia era riuscita a risollevarsi il morale. La negazione, invece, ci porta a non accettare un evento, una esperienza, un ricordo poiché suscita sofferenza. L’estrema gioia ha portato ad attivare alcune difese primarie per restare a galla in un momento di crisi, non dando la possibilità a tristezza di emergere. 

“Nel frattempo, al quartier generale, Rabbia, nel tentativo di mettere fine all'infelicità di Riley, aveva insinuato nella sua mente l'idea di fuggire di casa, prendendo un autobus diretto in Minnesota, per creare nuovi ricordi allegri, dal momento che la ragazzina aveva smesso di essere felice dopo il trasferimento. Ciò porta al crollo dell'ultima Isola della Personalità, la Famiglia, e la consolle si spegne, rendendo Riley del tutto priva di emotività.”

Cosa succede nel centro della razionalità? Mancando le emozioni gioia e tristezza, Raley va incontro ad un meccanismo di disregolazione emotiva che la porta a fare scelte avventate, impulsive, poiché dettate dalla rabbia. Il voler ritornare in Minnesota significa tornare al luogo di origine, ma lì non ci troverà più la famiglia, in quanto non sono i luoghi e le cose a creare la nostra felicità, ma le persone, i legami. Raley ha bisogno di sentire la sua famiglia, di ricostruirla ma al tempo stesso l’accusa di essere causa del suo malessere e ne vuole prendere le distanze. Lo scappare di casa suscita allarmismo nei genitori che la cercano disperatamente. Questo è stato un tentativo di richiesta d’aiuto e di attenzione da parte di Raley.

“In quel momento Gioia e Tristezza ritornano; comprendendo che è venuto il momento di agire per Tristezza, Gioia le lascia i comandi, e Tristezza riesce a rimuovere l'idea della fuga dalla mente di Riley, che scende dall'autobus e torna a casa. Una volta di fronte ai genitori, Tristezza rende blu tutti i ricordi base di Riley e induce la ragazza a piangere e a esprimere tutte le ansie e le preoccupazioni che l'hanno afflitta dall'arrivo a San Francisco. I genitori così confortano Riley e Gioia può finalmente agire, permettendo la nascita di un nuovo Ricordo Base, in parte dorato e in parte blu, che permette di ricostruire l'isola della Famiglia.”




Questa scena fa comprendere l’importanza della regolazione emotiva: ogni emozione non è negativa, pertanto non deve essere respinta, ma merita il suo spazio. L’una dà manforte all’altra. Tristezza, attraverso il pianto, permette di esprimere in maniera più sana il disagio di Raley, la famiglia comprende lo sconforto della ragazza e le dà sostegno accogliendola con un abbraccio. Solo allora gioia può agire. Il ricordo base bicolore fa comprendere come man mano che si cresce le emozioni si arricchiscono rispetto a quelle basali e di come questo processo porta alla ricostruzione di nuove isole della personalità.

“Un anno più tardi, Riley ha dodici anni e si è adattata alla nuova casa e tutte le emozioni lavorano insieme per aiutarla a condurre una vita emotivamente molto più complessa, con un pannello di controllo più esteso e nuove isole della Personalità prodotte da nuovi ricordi base composti da emozioni miste, più mature.”

Un anno dopo, ormai, Raley ha superato il suo momento di crisi. Ciò ha portato a modifiche interiori, con rimaneggiamenti del proprio sé dettati dalla costruzione di nuovi aspetti di personalità. 

CONCLUSIONE

Non bisogna negare i propri conflitti, per quanto questi ci possano far paura, dobbiamo imparare ad ascoltarli, ad accogliere tutte le emozioni. Rabbia, paura e tristezza non sono emozioni negative ma fanno parte di un tutt’uno. Ognuna di loro ha una funzione ed un suo posto. Certo ogni tanto il quartier generale va in corto, ma l’importante è lasciarsi andare ad esse e saperci stare perché le emozioni fanno parte di noi e ci caratterizzano. Non tutte le montagne sono tali, dipende dalla prospettiva da cui le stiamo osservando. 




Recensione a cura di:
Dott.ssa Angela Amato, psicologa clinica

-AreaPsy- 

Bibliografia:

Per la trama:

Per le riflessioni:
"Psicopatologia del ciclo di vita." A. Maggiolini; G. Pietropolli Charmet. Franco Angeli Editore (2017);
"Psicologia dello sviluppo." H. R. Schaffer;  Raffaello Cortina Editore (2005);
"I meccanismi di difesa." V. Lingiardi; F. Madeddu; Raffaello Cortina Editore (2002);
Dispensa Corso “Interpetazione dei sogni” Centro C.F.S.; Milano. 




Commenti

Post popolari in questo blog

DISFORIA DI GENERE: E' NECESSARIO FORNIRE ETICHETTE PER LA NATURA DEL PROPRIO ESSERE?

LA SALUTE MENTALE: CONSAPEVOLEZZA ED AGEVOLAZIONI SUL TERRITORIO

ALZHEIMER: LA SPERANZA IN UN NUOVO FARMACO