WORK-LIFE BALANCE:
cos’è e come gestirlo
Ci si ferma mai a pensare a quanto tempo della nostra vita privata, o a quanto tempo libero, venga assorbito dal lavoro?
Si parla di Work-Life Balance per indicare quell’equilibrio, al quale si ambisce, tra il tempo impiegato nello svolgere la propria mansione ed il tempo trascorso con la propria famiglia, con le persone care o a coltivare i propri hobby.
C’è chi sostiene la tesi del tenere i due elementi separati, per garantire ottime performance sul lavoro e vivere serenamente tutto il resto. È chiaro che ciò non si rende fattibile, come se fosse un interruttore che attiva e disattiva la vita privata della persona.
Inevitabilmente, vita e lavoro interagiscono ed entrano in contatto, modificando un atteggiamento, un sentire più amplificato o un tipo di approccio.
Un’eccessiva preponderanza di uno dei due elementi porta a delle conseguenze significative.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, il burnout professionale è una sindrome derivante da stress cronico correlato al lavoro, caratterizzata da:
- sensazioni di esaurimento energetico;
- sentimenti negativi, o di cinismo, legati al proprio lavoro;
- ridotta efficacia professionale.
Pur non essendo classificato come disturbo mentale, il burnout influenza significativamente la salute fisica e mentale della persona, oltre a destare malessere nella vita quotidiana che non concerne il lavoro.
In uno studio di Mensah e colleghi (2020), in Europa, è stata sottolineata una forte associazione tra uno scarso equilibrio tra vita professionale e vita privata, ed una cattiva salute dei lavoratori adulti, in particolar modo delle donne.
Questo scarso equilibrio, in altri studi, è stato associato anche ad elementi quali: tensione psicologica, depressione, burnout, stress e abuso di sostanze.
In Corea, invece, sono stati rilevati: affaticamento, malessere mentale, assenteismo per malattia e malattie muscolo-scheletriche.
Fondamentali, in questa relazione negativa, sono anche le responsabilità ed il sovraccarico di richieste rivolte ai lavoratori.
Riequilibrare le dinamiche, e quindi economizzare lo stress, permette una buona qualità della vita, che implica la sfera lavorativa e quella più personale. In che modo?
Sicuramente è importante ridefinire le priorità, che differiscono da persona a persona.
- Cos’è che crea malessere?
- Quali obiettivi stabilire?
- Cosa si vorrebbe cambiare per poterli raggiungere?
È bene riflettere su quali sono quelle attività extra lavorative che forniscono armonia alla vita nella sua totalità, e di conseguenza garantiscono un miglioramento nella performance al lavoro.
Che sia un hobby o una passione, dedicarvisi porta giovamento e canalizza le emozioni e la concentrazione.
È importante saper dire di “no”, evitando sovraccarichi e tensione. Mostrarsi sempre disponibili ed accondiscendenti crea delle aspettative che poi pretendono d’essere esaudite, anche quando corpo e mente necessitano di una pausa.
Gestire bene anche il tempo, che sia per se stessi o per un progetto lavorativo da terminare, è salutare.
Il multitasking ha i suoi risvolti negativi.
Infine, per quanto sia produttivo sfoderare le proprie energie per gestire i conflitti che si vengono a creare, è bene rivolgere una richiesta ai datori di lavoro, per garantire ed ampliare dei buoni piani di welfare.
Difatti, un ottimo piano di welfare aziendale concilia famiglia e lavoro, determinando produttività dell’azienda stessa e benessere del lavoratore.
Dott.ssa Mariastella Pinnella, laureata in psicologia clinica e della salute
-AreaPsy-
Bibliografia:
"Work-life balance and self-reported health among working adults in Europe: a gender and welfare state regime comparative analysis." Pubmed. Mensah, A., & Adjei; N. K. (2020). BMC Public Health;
"Work–Life BALANCE: How Some Case Managers Do It!" Powell, Suzanne, K. RN, MBA, CCM, CPHQ (2018). Pubmed. Professional Case Management." (Volume 23, 235 - 239).
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