OHANA
PILASTRO DELLA SOCIETÀ
Il 15 maggio di ogni anno ricorre la Giornata Mondiale della Famiglia, istituita nel 1994 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite allo scopo di diffondere e sensibilizzare l’intero mondo alla consapevolezza di una serie di processi sociali, economici e demografici che ruotano attorno alla famiglia e che devono essere supportati e riconosciuti dalle istituzioni attraverso l’erogazione di servizi atti a sostenere e soddisfarne le esigenze, in modo da garantirne un corretto ed ottimale funzionamento. L’Onu (acronimo di Organizzazione delle Nazioni Unite) definisce la famiglia come “il fondamentale gruppo sociale e l’ambiente naturale per lo sviluppo e il benessere di tutti i suoi membri, in particolare i bambini.”
La composizione della struttura familiare ha subito nei secoli un’importante evoluzione, poiché si sono registrate modifiche al sistema familiare tradizionale, costituito da due persone di sesso differente che si uniscono in matrimonio e danno vita ad un nucleo familiare che eventualmente potrebbe accogliere dei figli. Difatti, esistono oggi varie tipologie di famiglie, che vanno dai sistemi monogenitoriali alle cosiddette famiglie “Arcobaleno”. Le famiglie arcobaleno possono essere costituite da: uomini o donne che abbiano avuto figli o figlie in una relazione eterosessuale e che, in seguito, scoprano o decidano di assumere la loro identità sessuale; coppie omosessuali che desiderino un figlio o una figlia e che pianifichino la procreazione in coppia facendo ricorso alle tecniche di procreazione assistita; coppie o singoli omosessuali di sesso differente che fondino una famiglia insieme (genitorialità condivisa) e che organizzino il quotidiano come coppie eterosessuali separate, con affido congiunto; singoli omosessuali che decidano, nei modi più vari, di diventare genitori.
Queste tipologie di famiglia ancora oggi fanno fatica a vedere riconosciuti i propri diritti a livello legislativo e burocratico, subendo anche forti discriminazioni da un punto di vista sociale, ma i dati degli studi effettuati parlano chiaro: “l’amore della famiglia, qualunque essa sia, produce effetti benefici sullo sviluppo psicofisico dei figli, per cui l’orientamento sessuale dei genitori o l’eterogeneità della struttura familiare non incide minimamente sullo sviluppo psicologico di questi ultimi”(Crowl A., Ahn S., Backer J., 2008).
La famiglia, qualsiasi natura abbia, riveste un ruolo importante nello scenario mondiale: è un elemento chiave per la crescita della società, in quanto ne è un pilastro. In ambito psicologico, la famiglia viene definita come lo spazio di crescita dell’individuo in cui vengono condivisi sistemi di norme e valori in un dato periodo.

Perché la famiglia assume un ruolo cruciale nella vita dell’individuo e per la società e che ruolo ha lo psicologo all’interno di essa?
La famiglia è oggetto di studio della psicologia perché costituisce un contesto di crescita fisica e psicologica, il primo contesto di cui fa parte l’individuo al momento della nascita in cui acquisisce competenze emotive e sociali che influenzeranno l’esito e la gestione delle relazioni interpersonali future. Risulta importante la figura dello psicologo all’interno della famiglia, soprattutto in una società in continua evoluzione, come quella attuale, dove regnano l’instabilità e la precarietà e in cui il funzionamento ottimale di una famiglia dipende dalla capacità di adattamento alle situazioni esterne. In questo si inserisce la figura dello psicologo che funge da mediatore tra il sistema-famiglia e l’ambiente contingente, al fine di garantirne un corretto funzionamento e adattamento attraverso l’analisi delle modalità di comunicazione all’interno di essa e l’analisi dei sistemi credenziali circa il mondo sociale che ne condizionano l’approccio.
Gli approcci teorici che hanno studiato la famiglia nel corso del tempo si sono evoluti passando da una visione riduzionistica che si focalizzava sull’interazione tra i singoli membri tralasciando sullo sfondo tutto il contesto sociale, ad una visione olistica in cui la famiglia è intesa come un sistema sociale complesso. La Teoria dei Sistemi rientra negli approcci più recenti che considerano la famiglia nella sua interezza secondo un approccio globale. In tal senso, la famiglia è definita un ambiente in cui vi sono ruoli e funzioni diverse interdipendenti assunte dai vari membri che si influenzano vicendevolmente in modo diretto e indiretto. Ad esempio, un cambiamento nella carriera lavorativa nel ruolo assunto dal padre potrebbe influenzare, apportare cambiamenti, disagi economici e turbamenti emotivi che potrebbero ripercuotersi sul rapporto con il partner e, indirettamente, sul rapporto genitore-figlio.
La Teoria dei Sistemi adotta una concezione di famiglia in termini di sistema, ossia un insieme di singoli individui che instaurano delle relazioni significative fra di loro. Famiglia intesa come un insieme composto non solo da individui, ma anche da relazioni intricate che si instaurano all’interno di un contesto più ampio, il contesto familiare, che va oltre la somma delle singole parti che lo compongono.
A tal fine per poterlo indagare bisogna tener conto di alcune caratteristiche peculiari:
⦁ CAUSALITÀ CIRCOLARE: le azioni di ogni membro influenzano l’altro e viceversa all’interno di un processo bidirezionale;
⦁ COMUNICAZIONE: ogni forma di comportamento verbale e non, implicito o esplicito veicola un messaggio;
⦁ NON-SOMMATIVITÀ: l’intero è diverso dalla somma delle singole parti ;
⦁ EQUI-FINALITÀ: alla base del comportamento ci sono più fattori concorrenti che influenzano l’esito finale;
⦁ MORFOGENESI: la famiglia può assumere “forme” diverse, ossia può raggiungere nuove forme di adattamento alle richieste esterne ed interne;
⦁ MORFOSTASI: il sistema familiare in risposta a cambiamenti esterni ed interni va in contro ad un processo continuo di rottura-ripristino dell’equilibrio interno per garantire un adeguato funzionamento. In quest’ottica, anche i rapporti vengono ridefiniti.
⦁ REGOLE FAMILIARI: ogni sistema valido e stabile ha bisogno di regole che definiscono i singoli rapporti per una sana convivenza.
Alla luce di quanto detto, lo sviluppo psico-fisico del singolo individuo e del suo adattamento dentro e fuori il contesto familiare tiene conto delle influenze reciproche di ogni membro all’interno di un processo bidirezionale e del contesto sociale in cui si sviluppa il nucleo familiare.
In questo attuale contesto sociale di grande incertezza causata da una pandemia mondiale, il solo luogo in cui abbiamo la certezza di poter osservare l’intreccio e le ricadute complesse di tutto ciò che oggi sta accadendo è la famiglia. Diverse attività essenziali, dal lavoro alla scuola, hanno avuto ricadute all’interno di essa: lo smartworking dei genitori e la DAD dei loro figli, che hanno determinato una diminuzione dello spazio sia fisico che psicologico tra vita privata e vita lavorativa, amplificando situazioni conflittuali o destabilizzando improvvisamente gli equilibri che si credevano consolidati. Mai come in questo periodo di emergenza sanitaria risuona ancor più vero il pensiero espresso in occasione del 50° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite “La famiglia brilla così come un segno di speranza in un mondo che ha decisamente bisogno di imparare nuovamente ad amare”! Sarebbe quindi auspicabile ripartire dalla famiglia per progettare una vera e propria “ricostruzione”, incrementando la coesione tra i membri e riscoprendo i valori dello stare insieme.
A cura di:
Dott.ssa Annalisa Giammatteo, psicologa dell'età evolutiva;
Dott.ssa Chiara Carosella, psicologa dell'età evolutiva e Terapista ABA;
Dott.ssa Anna Di Gioia, psicologa clinica e Terapista ABA
-AreaPsy-
Bibliografia:
⦁ "A Meta-Analysis of Developmental Outcomes for Children of Same-Sex and Heterosexual Parents” – A. Crowl, S. Ahn, J. Baker, 2008.
⦁ "Il Family Impact. Un approccio focalizzato sulla famiglia per le politiche e le pratiche." Belletti, F., Bramanti, D., & Carrà, E. Milano.(2018).
⦁ "Psicologia dello sviluppo sociale". Gianluca Gini, 2012.
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