Le relazioni come gabbie: Un focus sulla situazione della coppia durante il precedente lockdown
Le relazioni come gabbie
Un focus sulla situazione della coppia durante il precedente lockdown
Il termine “Gelosia” è legato all’idea di “Zelo” e cioè di dedizione accurata e smodata nei confronti della persona amata; difatti, l’etimologia del termine “zelo” deriva dal greco che ha appunto il significato di dedizione e dunque rimanda ad un’idea positiva, semmai con una venatura negativa in quel “quid” di eccessivo cui l’essere zelante allude.
La gelosia, però, potrebbe andare oltre il concetto di dedizione, veicolando così un messaggio di intrusività, non rispetto, possessività nei confronti della persona amata, finendo per essere considerata l’espressione tipica di chi tema di perdere l’oggetto d’amore. La gelosia, dunque, sebbene evochi un alone di ambivalenza, generalmente è un’esperienza comune, anche se non universale. Essa è paragonabile ad una medaglia a due facce, della quale una si presenta come il timore di una speranza che non si vuole venga delusa, per cui la sua funzione sarebbe quella di salvaguardare e custodire, invece l’altra potrebbe comportare disdicevoli comportamenti nei confronti dell’altro, scaturiti dalla possessività, ai fini di imporre i propri desideri sull’altro. Questa ultima tipologia di gelosia descritta è distruttiva, in quanto non ha più fini di conservazione personale, ma sfocia in una vera e propria forma di gelosia patologica. Ogni reazione di gelosia (patologica e non) detiene in sé il presupposto che nella relazione minacciata venga effettuato un cospicuo investimento affettivo, in altre parole sulla persona amata si registrano delle proiezioni, grazie alle quali parti del proprio sé vengono lì trasferite. Dunque, l’altro diviene “una cosa nostra”, ossia un oggetto da noi inventato, di conseguenza qualsiasi minaccia, percepita come tale nei riguardi della relazione, è avvertita come un pericolo per la nostra identità personale. Il tentativo, anche violento, di riconquistare il controllo della relazione è assimilabile al tentativo di ripristinare il controllo della propria identità personale, per cui ci si sente in diritto di combattere qualsiasi cosa o persona sia percepita come intrusiva e di intralcio alla relazione.
La gelosia patologica, laddove è presente, mette in scena atteggiamenti e comportamenti che nella maggior parte dei casi sono finalizzati a rendere l’altro privo della libertà di scelta, bensì assoggettato alle proprie incoercibili esigenze. Tutto ciò lo si riscontra, molto spesso, nelle situazioni di violenza perpetrata dal partner, le quali, le casistiche ci dicono essere aumentate nell’arco di tempo che va dal 2020 al 2021 a causa delle restrizioni derivate dalla pandemia.
La violenza del partner intimo (IPV), definita come violenza fisica, psicologica, sessuale e/o economica tipicamente subita dalle donne a casa e perpetrata dai loro partner o ex partner, è una forma pervasiva di violenza che distrugge i sentimenti di amore, fiducia ed autostima, con importanti conseguenze negative sulla salute fisica e psicologica. Il notevole aumento dei casi di IPV osservato durante l'epidemia di COVID-19 è estremamente preoccupante, soprattutto se si considera che le donne vittime di IPV sono a rischio di eventi fatali (come omicidi e suicidi), disturbi psicologici (come ansia, depressione, disturbi alimentari, disturbo da stress post-traumatico e abuso di alcol o sostanze), nonché malattie fisiche (come dolore pelvico cronico, disturbi del sonno, malattie gastrointestinali e cardiovascolari e lesioni fisiche). A causa dell'IPV, le donne possono sperimentare l'isolamento, l’incapacità lavorativa, la perdita di reddito, la mancanza di partecipazione ad attività regolari e una capacità limitata di prendersi cura di sé stesse e dei propri figli.
Tutte queste dinamiche sopracitate fanno parte della relazione tossica che si va ad instaurare tra i due partner, caratterizzata da:
- Svalutazione;
- Manipolazione;
- Aggressività verbale e/o fisica;
- Controllo.
Il partner sminuisce la violenza, mette in atto dei veri e propri ricatti, nega qualsiasi forma di libertà ed avanza minacce ben precise.
Durante il lockdown del 2020 molte donne sono state doppiamente vittime. Vittime dei loro aguzzini e vittime di una situazione mondiale che le ha viste costrette nelle proprie quattro mura.
Diversi sono stati gli escamotage che sono veicolati durante quel periodo. Ad esempio, telefonare per una pizza a domicilio ma digitare il numero delle forze dell’ordine; oppure recarsi in farmacia per i beni essenziali, ma denunciare. Un grande aiuto è derivato anche dalla creazione di apposite applicazioni da cellulare, quali “Youpol” e “1522”.
Diventa sempre più importante capire come le attuali politiche di distanziamento sociale, autoisolamento e lockdown possano favorire episodi di violenza. L’accesso ai servizi specializzati e all’assistenza sanitaria può inoltre essere compromesso, e gli operatori sanitari devono affrontare nuove sfide e richieste imposte dalla pandemia durante la gestione dei casi di violenze perpetrate dal partner.
Fondamentale e tempestivo è, e deve essere, il supporto di figure professionali quali Psicologi e Psicoterapeuti, per garantire anzitutto ascolto ed anche empatia, partecipazione, sostegno e supporto.
Che possa essere un messaggio chiaro e di speranza anche per i familiari o le persone care a chi purtroppo vive queste situazioni di violenza e malessere.
È importante aguzzare la vista ed ascoltare col cuore, ma soprattutto denunciare.
Dott.ssa Anna Di Gioia, psicologa clinica e terapista ABA
Dott.ssa Mariastella Pinnella, laureata in psicologia clinica e della salute
-AreaPsy-
Bibliografia
"Violenza del partner intimo (IPV) durante la pandemia: Politiche, strategie e raccomandazioni di contrasto", Marina Penasso, Dors, 2021;
"Psicopatologia nell’arco di vita", (cap. 4), Paola Benvenuti, 2007.



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