MINDFULNESS (COV-19): COME LA CONSAPEVOLEZZA AIUTA A GESTIRE GLI ISTINTI NEVROTICI
MINDFULNESS (COV-19)
COME LA CONSAPEVOLEZZA AIUTA A GESTIRE GLI ISTINTI NEVROTICI
Cosa è accaduto quindi nel momento in cui le nostre vite si sono fermate durante i vari lock-down?
In tempi di Covid l’organizzazione e la pianificazione non sono abbastanza, anzi risultano essere difficili da praticare, spingendo noi essere umani a vivere nell’incertezza, nel non sapere cosa accadrà dopo, l’imprevedibilità del futuro. I disturbi psichici (dai più lievi ai più marcati) hanno subito un peggioramento. La salute mentale della popolazione è stata messa a dura prova. Come mai?
Nel tempo è cambiato il concetto di paura. Se in tempi arcaici, antropologicamente la paura si attivava per stimoli più primitivi (come ad esempio durante la caccia), oggi non è così. La paura, infatti, filogeneticamente spinge a rispondere con tre semplici comportamenti: attacco, fuga e freeze (immobilità). Nonostante il contesto socioculturale abbia subito mutamenti, la risposta alla paura resta la medesima, ma con una evidenza comportamentale meno netta e più intrinseca. Il comportamento di attacco non è più strettamente inteso come farebbero gli animali, si può passare dall’aggressività (a sua volta attiva e passiva) alle manipolazioni; la fuga potrebbe manifestarsi come l’evitamento di confronti o situazioni; il freeze è l’immobilità, ovvero, la difficoltà a fronteggiare una situazione portando a sentirsi “bloccati”.
Cosa è accaduto durante il covid?
Il Covid è stata una situazione totalmente sconosciuta, in cui era difficile capire come muoversi, soprattutto perché fa paura ciò che non si conosce, a maggior ragione se in ballo c’è la vita di ciascuno di noi. Pertanto l’imprevedibilità ha giocato un ruolo chiave nelle dinamiche comportamentali descritte pocanzi. L’ansia, la depressione, i disturbi ossessivi compulsivi e tanti altri hanno subito un peggioramento rendendo ancor più disfunzionali alcuni comportamenti.
Vista la situazione pandemica gli esseri umani si sono confrontati con diverse sfide. Questo ha portato ad assimilare molta energia, in tal contesto, negativa. L'assimilazione di energia negativa, secondo il concetto bioenergetico degli istinti di Lowen, necessita successivamente di scarica. La scarica di tali energie si visualizza attraverso l'espressione del comportamento. Lo scopo non è quello di caricarsi e scaricarsi, ma entrambi i processi fanno parte dell'attività vitale dell'uomo. Potremmo pertanto affermare che tali comportamenti sono istintivi poiché dettati dall'impulso, o se vogliamo utilizzare un termine più Freudiano, dall'inconscio. In altre parole lo schema che ne segue e il seguente: carica; scarica; rilassamento. Nel mezzo dello schema vi può nascere la consapevolezza. Essa sta a significare la capacità di scindere l'istinto o la pulsione dall'emissione del comportamento. In altre parole ciò che ne è trattenuto non è la sensazione, ma la sua esecuzione. Per fare un esempio concreto prendiamo in considerazione gli istinti che ci hanno predominato durante questi lockdown, ovvero, quelli aggressivi. L'aggressività è caratterizzata da tensione del sistema muscolare, ma nel momento in cui tale tensione è percepita a livello corporeo essa può essere contenuta grazie alla consapevolezza che predomina sul bisogno di movimento e quindi di scarica, di impulso. In tal caso l'aggressività assume una forma di sentimenti più teneri che possono di conseguenza essere manifestati.
A questo proposito potremmo affermare che esercizi di rilassamento possono aiutare a essere più consapevoli delle proprie emozioni, sensazioni e pensieri: stiamo parlando della mindfulness. La mindfulness ha lo scopo di portarci in uno stato di subconscio, come in un'altra dimensione, che è quella interiore. Ascoltando i nostri pensieri, le nostre sensazioni e il nostro corpo, é possibile visualizzare tali processi a livello mentale e piuttosto che avere una scarica pulsionale, gli esercizi di mindfulness ci insegnano a saper stare con determinate sensazioni, emozioni e pensieri. E’ proprio questo processo che allena alla consapevolezza e sua volta alla compassione verso sé stessi, all'empatia e alla comprensione di conseguenza dell'altro, elementi fondamentali da coltivare, soprattutto in un periodo in cui i contatti sociali sono stati troncati da diverse limitazioni, inoltre, la mindfulness insegna anche a saper stare nel momento, a viversi con consapevolezza ogni instante che siamo vivendo, riducendo così la ruminazione per il futuro e gli stati emotivi ansiogeni annessi ad esso. Un esempio di esercizio di mindfulness basilare è quello della respirazione, in cui si parte dall'ascoltare il proprio respiro che entra nel nostro corpo, attraversa la gola, sino ad arrivare alla pancia ed infine buttare tutto fuori durante l'espirazione. A poco a poco si fa passare l'attenzione dalla respirazione alla propriocezione corporea. Questo ci permette di essere consapevoli di eventuali tensioni muscolari inconsce e di poterle rilasciare, accettando anche l'idea di un sentimento nervoso presente dentro di noi e liberarcene. Solo l'accettazione e la consapevolezza permettono di gestire gli stati emotivi più difficili, in quanto non esistono emozioni positive e negative, ma le emozioni sono tutte quante necessarie per una questione vitale.
Dott.ssa Angela Amato, psicologa clinica
-AreaPsy-
Bibliografia
"La Mindfulness in età evolutiva" (Principi introduttivi di mindfulness); Corso di formazione Spazio IRIS
"Il linguaggio del corpo" (Capitolo quinto- "Il concetto bioenergetivo degli istinti); A. Lowen (1978)- Feltrinelli Editore



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