5 DICEMBRE: "GIORNATA INTERNAZIONALE DEL VOLONTARIATO"

5 DICEMBRE: GIORNATA INTERNAZIONALE DEL VOLONTARIATO

Oggi, 5 Dicembre, è la “Giornata internazionale del volontariato”, azioni di solidarietà concrete mirate a migliorare, in ogni sfaccettatura, la comunità in cui si opera. 
Il volontariato, seppur no profit, nel corso del tempo ha avuto una evoluzione storica molto importante.


LE RADICI STORICHE


Esistono diverse tipologie di volontariato e questo ha indotto alla fondazione di associazioni, piccole e grandi, che si occupano di ciò. Ad oggi abbiamo una istituzione giuridica del volontariato, chiave di svolta del terzo settore, permettendo di vedere lo stesso sotto un’ottica più professionalizzante: Il servizio civile universale. 



  • Nel 1972 nasce il diritto di obiezione di coscienza: sotto la pressione delle organizzazioni non violente, il Governo il corrente anno approva la legge n.772 “Norme in materia di obiezione di coscienza” che sancisce il diritto di obiezione per motivi morali, religiosi e filosofici. Da qui si istituisce il servizio civile in sostituzione del servizio militare obbligatorio;
  • Nel 2000 La legge 331  "Norma per la istituzione del servizio militare professionale" fissa al 1 gennaio 2007 la data di sospensione della leva obbligatoria che viene successivamente anticipata al 1 gennaio 2005;
  • Nel 2004 Si costituisce il Comitato di consulenza per la Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta (Comitato DCNAN) con il fine di individuare indirizzi e strategie di cui l'UNSC possa tenere conto nella predisposizione di forme di ricerca e di sperimentazione di difesa civile non armata e nonviolenta;
  • Nel 2006 nasce il Servizio Civile Nazionale, attraverso il d.lgs 5 Aprile 2002 e la nascita dei rappresentati del SCN, è possibile avere un ente vero e proprio con la sua organizzazione giuridica e burocratica. 
  • 2017 Il Servizio civile universale - E’ l’anno della riforma del Servizio civile che diventa, da nazionale, universale, con l’emanazione del Decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40.

DIFESA PACIFICA AI MOMENTI DI CRISI

Fare volontariato significa coltivare giorno dopo giorno due concetti cardine dello stesso: 

  • Solidarietà: partecipazione attiva nella società, condividendo bisogni e necessità, al fine di fornire un sostegno altruistico concreto. La si può svolgere cercando di capire i punti deboli della comunità in cui si intende agire, ricercare e creare risorse nel territorio che permettano di rispondere a quei bisogni;
  • Difesa civile non armata: consiste nell’utilizzare la diplomazia per appianare i conflitti. È preferibile utilizzarla in quanto permette di andare ad agire nel cuore del problema che ha generato crisi. Al contrario una guerra risponderebbe solo in superficie al problema, inoltre, schiaccia economicamente ed umanamente le persone generando ulteriore malessere. 


IL VOLONTARIATO: VERSO LA PROFESSIONE

Fare volontariato umanamente permette di educare ad alcuni valori che negli ultimi tempi si stanno perdendo: interesse alla comunità, cultura, empatia ed amore verso il prossimo. Ogni volontario con un piccolo gesto genera un altrettanto miglioramento. Sommando tale azione ad ogni volontario, si ottiene una catena di buone azioni ad effetto domino. Il volontariato va dal fornire beni materiali di prima necessità a beni non palpabili direttamente, ma di cui i loro effetti sono visibili solo nel corso del tempo se coltivati con costanza. 




Questo implica un impegno maggiore e poiché la società attuale è “malata” perché presenta notevoli mancanze, al volontario sono richiesti sforzi maggiori ed è per questo che il terzo settore si sta facendo sempre più spazio lavorativamente. Anche i volontari coinvolti sono professionisti del settore giovanissimi che hanno voglia di cambiare, innovare e rinnovare con la loro creatività ed energia, ma allo stesso tempo richiedono di essere riconosciuti in tutto ciò. Per cui lo stato eroga continue proposte di legge, norme e bandi a sostegno dell’imprenditoria giovanile e del terzo settore. Tanta crisi schiaccia l’essere umano da più fronti e psicologicamente risulta difficile adattarsi al cambiamento, per cui servono più risorse che vadano ad agire al “dietro e quinte” del problema, che poi altro non è in primo piano. Ogni azione e comportamento è pensiero e se il pensiero è affaticato, anche i comportamenti lo saranno. La risultante è una società egoista, passiva e lamentosa che sublima la carenza di benessere, equilibrio e stabilità con un eccesso di materialismo. 

Dott.ssa Angela Amato, psicologa clinica


-AreaPsy- 
BIBLIOGRAFIA 

https://www.serviziocivile.gov.it/menusx/servizio-civile-nazionale/storia.aspx





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